Dieta dimagrante ipocalorica e curativa
La dieta ipocalorica è un regime alimentare che prevede un apporto calorico/energetico quotidiano inferiore a quello richiesto dall'organismo nell'arco della giornata. Tagliare 500 kcal corrisponde a perdere in una settimana circa 0,5 Kg (1 kg/settimana se togliamo 1000Kcal). Perdere 0,5-1 Kg/settimana è una velocità dimagrante ideale, fisiologica e senza alcun rischio per la salute. Se il peso cala meno di 0,5 kg/settimana possiamo tagliere altre 250 Kcal. In ogni caso non si deve mai seguire una dieta al di sotto delle 1200 Kcal senza supervisione medica per non rischiare di incorrere in carenze nutrizionali (vitaminiche o di altre sostanze essenziali ottenute con gli alimenti). Inoltre, una dieta troppo ipocalorica potrebbe procurare eccessiva stanchezza, per mancanza di energia con rischi anche gravi per la salute e perdita di massa muscolare. Il principio di questa dieta, come suggerisce il nome, è semplice: mettiamo che il nostro corpo consumi in una giornata circa 1500calorie. Ovviamente se ne ingerissimo solo 1200, le 300 “mancanti” verrebbero prese dalle riserve di grasso in eccesso.
Si deve quindi definire come ipocalorica quella dieta che determina una riduzione effettiva della massa adiposa nel singolo individuo. La dieta ipocalorica è quindi per definizione sempre dimagrante ed è il mezzo irrinunciabile per correggere l’obesità. La dieta ipocalorica deve contemplare una grande varietà di cibi, tali da garantire con la loro rotazione tutti gli elementi essenziali della nutrizione. Deve essere in grado di promuovere l’utilizzazione dei grassi di riserva, fornendo nel contempo un apporto di protidi (proteine), lipidi (grassi), glucidi (carboidrati), acqua, minerali, vitamine e fibre sufficienti ad evitare, anche se mantenuta per lungo tempo, l’insorgenza di uno stato di malnutrizione carenziale o altri inconvenienti.
La dieta ipocalorica è una terapia alimentare. Infatti, oltre a ridurre il sovrappeso - abbassando indirettamente sia il rischio di insorgenza, sia la gravità delle malattie metaboliche - ha anche un effetto DIRETTO sui parametri fisiologici (ad es. quelli ematici ed emodinamici) quali indicatori dello stato di salute. Ciò significa che la dieta ipocalorica, essendo EQUILIBRATA, è in grado di ridurre il colesterolo LDL e totale (a volte di aumentare quello HDL), i trigliceridi, la glicemia, la pressione arteriosa, l'uricemia e di migliorare altri indici ematici come i parametri di infiammazione sistemica; tutto ciò anche prescindendo dal dimagrimento. Importante anche considerare l’attività fisica che sarà fondamentale per raggiungere in maniera più rapida gli obiettivi e anche per rendere più sopportabile stare a dieta.
Il rispetto della dieta ipocalorica è sempre il risultato (o il compromesso, a seconda del punto di vista) di una formula astratta NON matematicamente valutabile, le cui variabili sono:
- Rapporto paziente-operatore (fiducia, onestà, empatia, capacità di dialogo, capacità di ascolto e comprensione, comunicatività, intuito, astuzia, capacità di indurre motivazione ecc.)
- Accuratezza e precisione del metodo
Il profilo psicologico ed il comportamento del paziente enfatizzano in maniera totalmente soggettiva l'una o l'altra variabile, ragion per cui, a due soggetti diversi (pur avendo in comune gli stessi fabbisogni nutrizionali) molto difficilmente verrà assegnata la stessa dieta ipocalorica. La capacità di interpretare tutte queste variabili (ma non solo) costituisce la differenza tra i vari professionisti e spiega il motivo per cui NON TUTTI i pazienti ottengono gli stessi risultati con lo stesso operatore, e perché ognuno prediliga un tecnico ed una dieta ipocalorica piuttosto che altri. Rientrano nel giudizio di una buona dieta ipocalorica anche: deficit nutrizionali ed eventuale necessità di integrare con farmaci/integratori alimentari, stress psicologico, preservamento delle abitudini sociali, eventuale recidività della patologia (indice di mancata educazione alimentare), affaticamento degli organi, insorgenza di sintomatologie o disagi di vario genere ecc.
Alcuni cenni di equilibrio nutrizionale nella dieta Ipocalorica
Formulare una dieta ipocalorica corretta NON è un'impresa facile. A volte, nelle diete ipocaloriche più restrittive (quelle da assegnare a persone con gravi handicap, allettati, anziani, sedentari e con struttura fisica molto ridotta, obesi gravi che richiedono un dimagrimento rapido e fuori dall'ordinario ecc.) è davvero complicato raggiungere le quote necessarie di certi nutrienti senza eccedere con la razione di altre componenti.
Tra le molecole/ioni la cui "dose" giornaliera è più difficile da raggiungere riconosciamo:
- ferro (soprattutto nella donna gravida e in quella fertile),
- calcio (soprattutto nell'anziano e nel bambino),
- acidi grassi essenziali della famiglia ω-3 (soprattutto in chi NON consuma pesce),
- vitamina B2 (soprattutto negli intolleranti al lattosio e in chi non consuma latte e derivati),
- folati (soprattutto nei soggetti che non consumano verdura fresca),
- vitamina B12 (soprattutto nei soggetti vegani),
- vitamina D (in tutte le diete ipocaloriche e soprattutto nei soggetti in accrescimento o anziani),
- fibra alimentare (soprattutto nelle diete contro l'iperglicemia e il diabete mellito tipo 2) ecc.
Tra le molecole/ioni più difficili da contenere/ridurre nella dieta ipocalorica riconosciamo:
- acidi grassi saturi (soprattutto nei soggetti che condiscono col burro e non con l'olio),
- colesterolo (soprattutto nei soggetti che fanno ampio consumo di uova, formaggi stagionati e frattaglie),
- sodio (soprattutto nei soggetti che fanno ampio consumo di prodotti conservati),
- zuccheri semplici (in tutte le diete ipocaloriche),
- proteine (in tutte le diete ipocaloriche MA con maggior interesse quando sussiste una sofferenza epatica o, in certi casi, renale),
- purine (solo in presenza di una malattia metabolica ereditaria che induca iperuricemia o gotta conclamata),
- lattosio (nei soggetti intolleranti),
- glutine (nei soggetti intolleranti).